Il meme è ispirazione o violazione del copyright? 3 storie che fanno riflettere
“Meme” è una parola che deriva dal greco e significa “ciò che viene imitato“. Dal primo meme girato sul web nel 1996 di un bambino che ballava, oggi, grazie ai social network, è un fenomeno così diffuso che arriva ad ottenere milioni di visualizzazioni in poche ore.
I meme li conoscono tutti e tutti li amano perché fanno ridere: sono così tanto amati che però, purtroppo, si diffondono rapidamente su internet e vengono costantemente copiati.
Ma hai mai fatto una pausa per considerare da dove vengono e se effettivamente è legale condividere e ripubblicare queste immagini?
Anche se molti li pubblicano in maniera “innocente”, è importante comprendere la relazione tra meme e legge sul copyright per proteggere il tuo diritto d’autore o per impedirti di violare le opere di un altro.
Ti raccontiamo tre storie che fanno riflettere sul rapporto tra meme e copyright.
Twitter rimuove un meme twittato da Trump per violazione del diritto d’autore
Twitter pochi giorni fa ha cancellato un meme condiviso dal presidente Donald Trump per violazione del copyright. Il tweet, apprezzato da oltre 300.000 persone, mostrava una fotografia scattata dal fotografo Damon Winter nel 2015 per il New York Times.
Si tratta di un’immagine di Trump che indica la telecamera ma il presidente l’ha poi trasformata in un meme con un testo bianco in grassetto che diceva “in realtà non sono dopo di me ma dopo di te. Mi trovo solo in mezzo”.
Pochi giorni dopo la condivisione del post di Trump, Twitter ha rimosso il meme non appena il New York Times ha presentato un avviso di rimozione: la fotografia è scomparsa dall’account del presidente con l’avviso “questa immagine è stata rimossa in risposta a un rapporto del detentore del copyright”.
Questo non è l’unico caso in cui la pubblicazione di un meme viola il diritto d’autore di un’opera.
L’ideatrice del meme “Success Kid” ha chiesto al repubblicano Steve King di smettere di usarlo
La creatirice di “Success Kid”, Laney Griner, a Gennaio di quest’anno ha inviato una lettera tramite il suo avvocato a Steve King, chiedendogli di smettere di utilizzare il meme di suo figlio (che ora ha 13 anni) sui suoi siti web e sui materiali della sua campagna.
La Griner ha deciso di contattare il suo avvocato dopo aver visto suo figlio Sam su un annuncio di King che lo aveva sovrapposto a un’immagine del Congresso con la scritta “abbiamo trovato il nostro meme!!!”.
Nella lettera, l’avvocato della signora Griner ha chiesto al signor King la rimozione del meme, le scuse pubbliche per averlo usato senza consenso e un rimborso di tutti i fondi raccolti con la sua campagna.
Mr. King è un repubblicano dell’Iowa (NdR, nel Midwest degli Stati Uniti) con una lunga storia di osservazioni razziste e i suoi commenti hanno così tanto attirato condanne sia dai democratici che dai repubblicani che, poco dopo il fatto, è stato rimosso dai seggi della sua commissione.
La signora Griner (che aveva registrato il diritto d’autore sull’immagine nel 2012) ha dichiarato di non essere contraria al fatto che il meme venga utilizzato nei messaggi politici ma “dovrebbe trasmettere il messaggio giusto”.
Il personaggio della Disney Baby Yoda è diventato famoso tra i meme ma poi è stato eliminato
Sin da quando lo spin off di Star Wars “The Mandalorian” è stato rilasciato su Disney + (NdR, da novembre dell’anno scorso) i meme dell’alieno verde dalle orecchie di pipistrello si sono diffuse sui social media ma poi sono scomparsi.
Era stata la Disney ad eliminare le gif? No. Anzi, è stato il sito web di gif che ospita Giphy a rimuovere qualsiasi segno del personaggio (NdR, che in realtà non è Yoda ma un’altra creatura della stessa specie) per evitare scontri con il gigante dei media.
Dopo un tumulto da parte dei fan, Giphy ha rimesso online le gif con il permesso della Disney e ha anche chiesto scusa per averli eliminati.
“C’era tanta confusione su alcuni contenuti caricati su Giphy e abbiamo rimosso temporaneamente questa gif ma poi abbiamo rivisto la situazione”, aveva detto un portavoce di Giphy.
La situazione mette in luce il complesso mondo del diritto d’autore in una realtà in cui i meme si diffondono sempre più velocemente.
I meme hanno un futuro instabile perché la legge non è ancora chiara e il “fair use”, nonostante cerchi di regolamentare il materiale protetto da copyright, ha ancora tanti limiti.
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