Elementare, Watson!

Quali sono state le prime parole pronunciate dall’inventore del telefono?

L’ inventore Alexander Graham Bell, il 10 marzo 1876 a Boston, chiamò il suo assistente Thomas Watson nella stanza accanto e disse: “Mr. Watsonvieni quivoglio vederti”.

Da sempre affascinato dalla natura del suono, il padre di Bell era un professore di elocuzione vocale e sua madre e sua moglie avevano entrambe problemi di udito.

Nel 1875 lavorava su un dispositivo per inviare segnali telegrafici sullo stesso filo usando usando canne elettromagnetiche e improvvisamente sentì un suono.
Ciò lo ha portato a indagare se il suo apparecchio elettrico potesse essere utilizzato per trasmettere il suono di una voce umana.

Dal diario di Bell del 10 marzo 1876:

“Ho quindi gridato la seguente frase: Mr. Watson, vieni qui – voglio vederti. Con mia grande gioia, venne e dichiarò di aver sentito e compreso ciò che avevo detto.
Gli ho chiesto di ripetere le parole. Egli rispose: “Hai detto ‘Mr. Watson – vieni qui – voglio vederti'”. Quindi abbiamo cambiato posto e ho ascoltato il signor Watson leggere alcuni passaggi di un libro. Era certamente il caso che i suoni articolati provenissero da lui”.

Chi brevettò per primo, Meucci, Manzetti o Bell?

Per moltissimi anni ci sono state molto controversie sul fatto che Bell fosse il vero pioniere del telefono.

Infatti, la sua invenzione è stata per anni oggetto di disputa tra diversi autori, primi fra tutti il fiorentino Antonio Meucci e Innocenzo Manzetti che nel 1865,  ad Aosta – più o meno in contemporanea con Meucci, che però viveva a New York – presentò un telefono perfettamente funzionante.

Bell però riuscì ad assicurarsi i diritti esclusivi sulla tecnologia, nel 1877 lanciò la “Bell Telephone Company” e detenne più di 18 brevetti per le sue invenzioni e il suo lavoro nelle comunicazioni.

Le invenzioni di Manzetti e Meucci non furono riconosciute perché privi del brevetto, ovvero il certificato legale che garantisce la paternità di un’ invenzione. Manzetti non pensò mai a brevettare il suo telefono, mentre Meucci non aveva abbastanza denaro per depositare un vero brevetto sulla sua invenzione.

Senza pagare il deposito di un brevetto, la paternità di una creazione non può essere riconosciuta e quindi, anche secondo la legge americana dell’epoca, Meucci non poté essere considerato l’inventore del telefono.

Da allora, specialmente nei Paesi anglosassoni, Bell è ufficialmente l’inventore di questo fondamentale apparecchio e così, con la sua compagnia, fece una fortuna.

… Meucci!

L’11 giugno 2002, però, il Congresso degli Stati Uniti d’America ha  proclamato Antonio Meucci  il vero e unico inventore del telefono affermando che “la vita e le realizzazioni di Antonio Meucci dovrebbero essere riconosciute […]” e che “se Meucci fosse stato in grado di pagare la tassa di $ 10 per mantenere il caveau dopo il 1874, non sarebbe dovuto essere rilasciato nessun brevetto a Bell”.

Se Meucci avesse potuto chiedere consulenza a Tutelio non si sarebbe trovato in quella situazione all’epoca.
Ma comunque siamo contenti che la sua invenzione, alla fine, gli sia stata riconosciuta!