Banksy può essere accusato di plagio?
Nell’articolo precedente che trovi qui abbiamo detto che il diritto d’autore è un insieme di regole nate per difendere il lavoro di chi crea, interpreta e realizza musica, film e altre opere creative.
Poi abbiamo aggiunto che l’obiettivo più importante del diritto d’autore è promuovere lo sviluppo delle arti e difendere la creatività 🙂
Ma quando non si conosce l’identità dell’artista, vale lo stesso principio? Oppure non può essere accusato di plagio e quindi non può nemmeno dichiarare di essere stato plagiato?
Uno dei casi più eclatanti sull’identità sconosciuta di un artista riguarda uno dei più famosi street artist del mondo: Banksy.
Per merchandising e opere vendute è considerato da alcuni un marchio allo stesso livello della “Nike” e si è arrivati a valutare ad almeno 20 milioni di sterline la sua fortuna personale.
Indovina chi è Banksy
In realtà Banksy è uno pseudonimo: tempo fa, nel 2008, la Queen Mary University di Londra diffuse la notizia che la persona dietro il vero Banksy fosse l’artista Robin Gunningham, residente a Bristol.
La BBC dichiarò subito che gli avvocati dell’artista contestarono duramente questa informazione.
Qualcun altro ipotizza addirittura che dietro il nome “Banksy” si nasconda un collettivo di artisti.
Sappiamo che quando si trasferì da Bristol – forse sua città natale – a Londra, prima ancora di abbandonare i “writers” per gli “stencil”, si firmava con pseudonimi diversi, come “Tes” e “Kato”.
L’identità di Banksy rimane tutt’oggi avvolta nel mistero e forse, anzi sicuramente, il suo anonimato ha contribuito alla creazione del mito legato alla sua immagine e a rendere eccezionali le sue opere.
Quando l’anonimato aiuta a evitare problemi legali
A maggio, mentre tutti si preparavano per la Biennale, l’artista ha subito una denuncia penale per aver imbrattato una parete di un palazzo vicino a campo Santa Margherita a Venezia.
Più precisamente, la procura di Venezia ha aperto un fascicolo contro ignoti (Banksy) per violazione, restando nel campo delle leggi, del decreto 42/2004, che impone la richiesta di un’autorizzazione per intervenire, con decorazioni pittoriche, sulle pareti dei palazzi vincolati.
La procura della “Serenissima”, quindi, non potendo risalire a un nome e cognome per l’individuazione di Banksy, ha chiesto l’archiviazione.
Qui sotto il post pubblicato sulla pagina Instagram di Banksy.
Per maggiori dettagli sulla notizia clicca qui.
Sempre a maggio, sempre a Venezia, Banksy si è finto pittore ambulante e ha mostrato in piazza San Marco una serie di tele contro le grandi navi che passano nella laguna.
Non avendo il permesso di esporre le sue opere, l’artista è stato allontanato dai vigili urbani senza nessuna denuncia.
Ti lasciamo qui sotto il video che Banksy ha pubblicato sulla sua pagina Instagram a proposito di questo evento.
Qui puoi trovare il link con la notizia più completa.
Banksy approfitta del suo anonimato e del fatto che non può essere denunciato?
Sicuramente l’anonimato è uno dei motivi del suo grande successo, ma questo gli si può anche ritorcere contro.
Più volte accusato di copiare idee, pochi giorni fa ha dovuto agire a sua volta contro un “copione” come lui.
Infatti, il 2 ottobre, Banksy, per proteggere il suo brand da un’azienda che voleva vantare la custodia esclusiva del suo nome, nonchè per lanciare un messaggio a chiunque volesse utilizzare in modo illecito il suo diritto d’autore, ha aperto un negozio fisico a Londra dove si possono vedere e comprare (solo online) le sue opere originali (puoi trovare maggiori informazioni qui).
La modalità di acquisto dello store online è veramente singolare. Scopri qui i dettagli.
In conclusione diciamo che agire nell’anonimato ti permette di rivendicare i tuoi diritti, all’occorrenza, ma ti solleva dalle responsabilità nel caso in cui sia tu a compiere degli illeciti verso altri artisti o verso la collettività.
Per saperne di più su oneri e onori del diritto d’autore, contatta un professionista tutelio
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