Tarantino e i riferimenti ad altri film
Pochi giorni fa su “il Post” è apparso un articolo molto interessante che aiuta a capire delle cose in più sul vizio del regista di “copiare” da altri e dai suoi stessi film; l’ultimo film di Tarantino “C’era una volta… a Hollywood” non è da meno (il link dell’articolo lo trovi qui).
Tantissime sono le citazioni in questo film, prima fra tutte il titolo che richiama i “C’era una volta il West” e “C’era una volta in America” di Sergio Leone di cui Tarantino è un grande fan da sempre.
Ma una citazione è un plagio o solo ispirazione?
Innanzitutto, prendendo spunto dall’architetto e fotografo Santo Eduardo Di Miceli, bisogna distinguere tra plagio e ispirazione.
Nel testo, che puoi trovare qui, Di Miceli dice che:
1) “L’ispirazione porta con sé la conoscenza che si manifesta per esempio in letteratura con l’uso della citazione dell’autore o dell’opera a cui ti sei ispirato, in verità questo accade anche in altre discipline dove il riferimento ad un autore o ad un’opera è esplicito”.
2) “Il plagio è frutto di un’ignoranza. Il plagio è anche un atto di presunzione, cioè si tratta di credere di aver inventato qualcosa non sapendo che quell’invenzione era già stata realizzata da qualcun altro anni prima”.
Altri registi “copioni” come Tarantino
Tarantino è un “copiatore” seriale ed è stato accusato molteplici volte di plagio per il suo film “Le iene” del 1992: il film riprende la trama e persino diverse scene di “City on Fire”, un thriller del 1987 prodotto e diretto dal regista cinese Ringo Lam.
Anche “Avatar” di James Cameron, il film che ha incassato di più nella storia del cinema, è stato accusato di plagio: stando allo scrittore ceceno Ruslan Zakriyev, il film ha delle scene identiche a un libro che aveva scritto nel 2002.
Un caso simile è il film “In the Land of Blood and Honey” prodotto da Angelina Jolie nel 2011, accusata dal giornalista e scrittore croato James J. Braddock di aver usato un articolo scritto da lui nel 2007 per il suo film.
Persino “La forma dell’acqua” di Guillermo Del Toro, vincitore di molteplici premi tra i quali l’Oscar al miglior film nel 2018, è stato accusato di aver copiato uno spettacolo teatrale di David Zindel del 1969. Del Toro ha sempre negato e l’accusa si è disciolta come neve al sole.
Tanti altri film come “Matrix” e “The Lion King” sono stati accusati di plagio, ma l’autore originario non è riuscito a ottenere un risarcimento.
È andata diversamente, per esempio, all’ex pugile statunitense Charles Wepner che ha ottenuto un risarcimento dalla MGM dopo aver accusato la produzione di “Rocky” del 1976 di essersi ispirata alla sua vita senza nemmeno essere citato.
Attenzione: il remake non è un plagio!
Il remake, per definizione, è il rifacimento di un’opera già esistente.
La storia del cinema ne è piena e non è considerato un plagio perchè vengono comprati i diritti del film originale.
Come dimenticare “Benvenuti al Sud” con Claudio Bisio e Alessandro Siani – remake della commedia francese “Bienvenue chez les Ch’tis” (titolo originale di “Giù al Nord”) – oppure “In nome del figlio” della regista Francesca Archibugi, remake di un altro film francese, “Le Prenom” (titolo originale di “Cena tra amici”)?
Ma esistono tanti altri tipi di remake: i remake dello stesso film da parte dello stesso regista, come per esempio “Funny Games” di Michael Haneke, i remake “originali” come quello del regista Gus Van Sant “Psycho”, oppure i remake di alcuni film d’animazione della Disney usciti quest’anno in versione live action come “Aladdin” e “Dumbo”.
Alla luce di quanto detto “C’era una volta a… Hollywood” è un inedito, ispirazione, plagio o remake?
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