Stephen Perry e l’elastico preso in prestito
Usato per intrecciare i capelli, per non far scivolare giù le mutande o per sigillare i barattoli di cibo, l’elastico tiene legate le cose di ogni giorno.
Utilizzato anche nell’ortodonzia, ha trovato applicazioni nel mondo della tecnologia come supporto per i dischi rigidi e pochi mesi fa la LG Electronics ha pubblicato online il brevetto di un presunto smartphone elastico che puo’ estendersi a seconda delle necessità dell’utente.
All’inizio l’elastico era tutt’ altro che un prodotto di massa e veniva usato quasi esclusivamente per tenere insieme fogli di carta sfusi, giornali e altri prodotti di carta.
173 anni fa, il 17 marzo 1845, all’industriale londinese Stephen Perry fu concesso il brevetto per la produzione di elastici e riguardava il miglioramento degli elastici per cinturini, cinture e bende, nonché la produzione di elastici.
Da allora, Stephen Perry è considerato l’inventore dell’elastico e titolare del brevetto, sebbene abbia beneficiato del lavoro svolto da molti altri inventori suoi contemporanei.
Tra questi, l’americano Charles Nelson Goodyear (1800-1860) e l’inglese Thomas Hancock (1786-1865) che diedero il “via” all’industria della gomma in America e in Europa grazie alla vulcanizzazione, ovvero un processo chimico che, utilizzando una miscela di zolfo e calore, migliora le proprietà fisiche e meccaniche della gomma (per esempio trazione ed elasticità).
Tra i due litiganti il terzo gode
Ma chi era Stephen Perry?
Figlio di James Perry che nel 1824 fondò una società a Manchester specializzata nella produzione di penne in acciaio, Stephen, alla morte del padre, assunse la direzione dell’azienda e ampliò le operazioni per includere gli elastici dopo aver ricevuto il brevetto.
Non è un caso che Stephen Perry si fosse concentrato sulla gomma perché conosceva molto bene l’inventore Thomas Hancock che, nel frattempo, era entrato in possesso di alcuni campioni dell’ inventore Goodyear.
Infatti Goodyear, dopo la scoperta della vulcanizzazione della gomma nel 1839, aveva inviato alcuni suoi campioni ad alcune società di gomma britanniche nel tentativo di incrementare l’attività all’estero e uno di questi fu proprio inviato ad Hancock.
Hancock all’epoca stava lavorando al suo “masticatore”, ovvero una macchina impastatrice che, riscaldata dall’interno con una grande quantità di calore, triturava la lunga catena molecolare delle particelle aumentando le proprietà plastiche della gomma.
Era più di 20 anni che lavorava in quel settore e purtroppo non era ancora riuscito a rendere la sua gomma impermeabile e così, appena vide i lavori di Goodyear, brevettò i suoi campioni per accapararsi la paternità del processo di vulcanizzazione della gomma.
Seguì una causa lunghissima tra i due che terminò con la vittoria legale di Hancock.
Perry riuscì a beneficiare di questa loro disputa tanto che nel 1845 fece la sua domanda di brevetto sugli elastici, con la differenza cruciale che, nel frattempo, gli elastici erano diventati di gomma vulcanizzata.
Quindi Perry alla fine è il vero inventore dell’elastico, anche se, ironicamente, aveva ottenuto la licenza materiale da Hancock.
Nonostante Charles Nelson Goodyear perse la causa, si prese comunque una rivincita: quasi quattro decenni dopo la sua morte, fu fondata la “Goodyear Tire and Rubber Company” e fu chiamata in suo onore dal suo fondatore, Frank Seiberling.
Lo sapevi che…
L’elastico è utilizzato come “finta” quando un giocatore colpisce la palla prima con l’esterno e poi con l’interno senza che questa si stacchi dal piede, inventata dall’ex calciatore brasiliano di origini molisane Roberto Rivellino.
Uno dei primi esemplari di palla utilizzata per lo sport risale al 1600 a.C. per opera degli Atzechi, la prima civiltà conosciuta ad usare la gomma.
La gomma infatti proviene dal lattice estratto dall’ “Hevea Brasiliensis”, altrimenti noto come albero della gomma, e fiorì nell’attuale Messico.
Oggi il lattice naturale è acora utilizzato per realizzare gli elastici, nonostante molti prodotti a base di gomma siano stati rimpiazzati da materiali sintetici.
La storia dell’elastico non si ferma qui ovviamente. Chissà quante invenzioni dovremmo aspettarci!