Lele Corvi o Beppe Beppetti, il suo pseudonimo, disegna da sempre. La sua prima pubblicazione risale al 1995 e da allora non ha più smesso.

Le sue vignette, illustrazioni e fumetti sono diretti e, con la loro apparente semplicità, nascondono una sensibiltà molto particolare.

Lele ha stretto collaborazioni come Agenda Comix, Il Corriere della Sera, Citroen, Edicola Fiore e ha preso a cuore cause umanitarie come quella per il centro antiviolenza Bigenitoriale Onlus.

Di recente ha pubblicato un libro di illustrazioni “Le 100 cose belle della vita”, un progetto che descrive le azioni quotidiane che sono in grado di rendere bella la vita nei suoi gesti più semplici.

In questo periodo sta esorcizzando il momento difficile che stiamo vivendo per il covid-19 con le sue vignette che sanno regalare un sorriso ma anche un attimo di riflessione in questo mondo così sovraffollato di immagini.

In questa intervista ci racconta più in dettaglio la sua carriera parlandoci anche dei suoi prossimi progetti.

1) Ci diresti la cosa più bella che provi ogni volta che disegni?

Ormai disegno da anni, fin da piccolo. Il disegnare è un’esigenza che ho sempre avuto. Molti appunti, anche all’università – ho una laurea in scienze naturali – li ho presi disegnando.
Quindi direi che la cosa bella che provo è quella di soddisfare un bisogno interiore.
Esiste anche un “risvolto” negativo. Una cosa brutta che provo nel disegnare: una perenne insoddisfazione.

Ma non potrei fare a meno neanche di questa. Diventa il vero motore per continuare a disegnare, cercando di migliorarsi. Non tanto nelle abilità grafiche ma nel comunicare con il disegno.
A volte basta una linea fatta in un certo modo per dare un senso diverso a quello che si vuole rappresentare e soprattutto raccontare.

2) Le tue vignette regalano emozioni. Qual è il loro segreto?

Magari lo sapessi! Non ho una formula magica… se davvero riesco a regalare emozioni significa che ho centrato l’obiettivo.
Credo che sia la sintesi nel tratto e nei testi.
Quello che si definisce appunto semplicità, da non confondere con la facilità.
Cercare di esprimere tanto con poco è il mio sogno ed obiettivo. Non sempre è facile, non sempre ci si riesce.

 

3)  Pensi che regalare un po’ di leggerezza possa essere d’aiuto?

Sicuramente! Ci sono fin troppe occasioni “pesanti” nella vita da affrontare. La leggerezza, da non confondere con la banalità, è fondamentale.
Con la leggerezza si può commentare tutto, anche le notizie più tragiche e drammatiche. Caratteristica in comune anche con le vignette di satira.

4) Cosa puoi dirci riguardo le considerazione politiche nelle tue vignette?

In realtà non faccio considerazioni politiche.
Le vignette che da 25 anni pubblico su testate e che raccontano di costume, società e politica, sono dettate da quello che considero il personale buon senso.
Il che non significa che sia la verità ma solo il mio punto di vista su alcuni fatti e quindi condivisibile o meno da altri.
Il fatto che il mio modo di pensare e vedere alcuni aspetti possa avvicinarsi a qualche idea politica non ha nulla a che vedere, quindi, con scelte politiche.

5) Ci parli di qualcuna delle tue tantissime collaborazioni che hai stretto finora?

Sono tante. Ognuna ha una storia a sé. Ogni collaborazione diversa dalle altre.
Mi sono divertito e mi diverto a realizzare quotidianamente vignette di satira, cercando di tenere un tono leggero senza rinunciare però a quello che voglio raccontare.
Mi sono piaciute collaborazioni in cui ho realizzato disegni per brevi animazioni.
Mi ha divertito e mi diverte la collaborazione con sceneggiatori nella realizzazione di Graphic Novel (è uscita da qualche mese la biografia di John Belushi in cui ho disegnato su sceneggiatura di Francesco Barilli).

Mi piace molto realizzare libri per l’infanzia e poi andare nelle scuole a raccontarli e a parlare, facendo piccoli laboratori, del linguaggio del fumetto.
Mi piace anche, quando ho tempo, disegnare anche solo per il gusto per farlo e proporre i lavori sui social.
Mi diverte collaborare per aziende ma anche per privati. Spesso mi chiedono disegni personalizzati per fermare un momento della loro vita. Il fatto che mi rendano partecipe di questo momento per me è fonte di grande soddisfazione e riconoscenza.

6)  Quali sono le cose più belle della vita che hai disegnato nel tuo libro “Le 100 cose belle della vita”?

Il progetto parla delle cose semplici che rendono bella la vita.
Ognuna mi ricorda effettivamente qualcosa che ho vissuto, magari senza farci caso, poche volte o centinaia di volte.
Il libro serve, o almeno l’intenzione è quella, a far riflettere ciascuno di noi su quali sono le cose semplici che ci circondano e valorizzarle… quindi credo che la vignetta che più rappresenta il libro e che ne contraddice il titolo sia quella in chiusura.

L’ultima dice “scoprire che le cose belle della vita sono più di 100!”. Credo che sia un bel messaggio, potente: le cose belle sono tantissime contrariamente a quello che news, media, polemiche e politici vogliono farci credere.

“Le 100 cose belle della vita”, Lele Corvi

7) Hai mai pensato di proteggere il diritto d’autore dei tuoi disegni? Se sì, perchè? 

Certo! Il diritto d’autore è fondamentale.
Il furto di immagini – parlo di disegni ma credo che si possa estendere il discorso anche alla fotografia – è ormai una consuetudine sui social e sulla rete in genere.
“Ho trovato il disegno on line” è la solita scusa che leggo.
Poi queste immagini vengono modificate nei colori, nei testi, nei contenuti.
Le firme vengono cancellate e anche sostituite. Una cosa che mi fa imbestialire.

Per quello che mi riguarda circa il 90-95% dei lavori che propongo sui social sono stati commissionati da testate, giornali, aziende etc. Persone che quindi hanno pagato per il mio lavoro e che con il loro permesso ripropongo on line.

Scrupolo che ladri di immagini non hanno.
La cosa brutta è che quando gentilmente si fa notare questa cosa, pensano comunque di avere ragione, dimostrando nessun riguardo per il lavoro del disegnatore… perché… si!
Disegnare è una grande passione, ma anche un mestiere!

8) Come stai vivendo questo periodo di quarantena?

Oltre alla comprensibile preoccupazione che dura ormai da oltre due mesi – sono di Codogno, quindi da dove tutto è partito e dove è nata la prima zona rossa – e ad alcuni fatti che hanno coinvolto direttamente la mia famiglia, direi che grandi cambiamenti nella quotidianità non ne ho avuti.

Destino che mi accomuna a tantissimi altri disegnatori: lavoro da casa e spesso, specialmente a ridosso di scadenze, passavo anche prima di questa emergenza interi giorni senza uscire.
Un conto è però non voler uscire, un altro e non poterlo fare.
Ma è un sacrificio che si fa volentieri se serve per abbattere il contagio

9) Quali sono i tuoi piani per il futuro? 

Continuare a disegnare! Trovare altre collaborazioni… anzi se permetti ne approfitto: appello a giornali, aziende e privati… quello che ripeto sempre è che tutto può essere disegnato.
Se serve una vignetta, una illustrazione, un disegno per raccontare un fatto di attualità un piano aziendale o un fatto privato… sapete dove trovarmi.

Per progetti in corso: una seconda graphic novel, un paio di libri per bambini quasi conclusi – poi andrò a caccia dell’editore – continuare la collaborazione con alcune testate e magari cominciarne di nuove… insomma tante cose!

10) Qual è il disegno a cui sei più legato? E perchè?

Sono tanti… ma alla fine dico sempre “il prossimo che farò”… solo così posso cercare di crescere e migliorarmi.

Caro Lele, i tuoi disegni durante questa quarantena ci hanno tenuto compagnia… non vediamo l’ora di vederne di nuovi!