Banksy perde la battaglia per il marchio del suo “Flower Launcher”, ora puoi usarlo anche tu
Banksy gioca sempre sull'”effetto sorpresa”, questo è risaputo. Però ti saresti mai immaginato che avrebbe avuto il coraggio di provare a rivendicare la paternità di una sua opera volendo mantenere l’anonimato? Sono più di vent’anni che conduce una vita in incognito e che COME BATMAN O SUPERMAN appare e scompare ogni volta che vuole. Questa volta, però, qualcuno è riuscito a fermarlo.
Infatti l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) gli ha invalidato il marchio di una delle sue opere più famose, il “Flower Launcher”, riportando alcune motivazioni in risposta alla richiesta di Banksy di fermare l’uso illecito della sua opera da parte di “Full Color Black”, una società produttrice di biglietti d’auguri con sede in Gran Bretagna.
NON È FINITA QUI. Questo fatto infatti potrebbe causargli problemi con le sue opere passate e future perchè probabilmente, nessun altro suo marchio già depositato dall’artista con la stessa logica, potrà essere convalidato nell’Unione Europea. Caro Banksy, questa volta ti è andata male.
Cosa ci fanno uno street artist e una società di biglietti d’auguri?
Assolutamente niente in apparenza. In questa storia, però, la “Full Color Black” SE N’È FREGATA delle strategie di difesa dell’artista.
Però procediamo con ordine. Tutto incomincia nel 2014 quando Banksy, sapendo di non poter far riferimento alla legge sul copyright a causa del suo anonimato, tenta di depositare il marchio del suo “Flower Launcher” fondando una società (NdR, se depositi per conto di una società, non è necessario che il marchio faccia riferimento al tuo nome e cognome. Scopri come depositare un marchio qui); quattro anni dopo, nel 2018, Banksy denuncia la società di biglietti d’auguri per aver usato la sua immagine con lo scopo di vendere i propri prodotti.
La piccola Full Color Black non si è fatta intimorire dal “grande” Banksy e lo ha contestato andando al “NOCCIOLO DELLA QUESTIONE“: infatti ha dichiarato che il marchio dell’artista non era valido dal momento che Banksy lo ha depositato senza avere la reale intenzione di usarlo per intraprendere un’attività commerciale (NdR, un marchio per essere valido deve essere utilizzato per commercializzare beni o fornire servizi).
Come ha reagito Banksy di fronte a questo COLPO DI SCENA? Come sempre ha fatto a modo suo ed ha aperto il suo pop-up store a Londra l’anno scorso probabilmente con l’obiettivo di dimostrare la volontà di utilizzare il marchio commercialmente. Questa operazione non ha convinto l’EUIPO che infatti non solo ha invalidato il marchio dell’artista ma ha anche condannato Banksy a pagare le spese legali di Full Color Black (NdR, tra le motivazioni dell’EUIPO che puoi trovare qui, viene citata anche la sua “malafede”).
L’artista ha due mesi di tempo per presentare ricorso. Probabilmente, se lo street artist rivelasse la sua reale identità, potrebbe riuscire a convincere i giudici per ottenere il copyright delle sue opere future. Sarà la volta buona di vedere BANKSY USCIRE DALL’ANONIMATO? Magari scopri che è il tuo vicino di casa.
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