Lucia Azzolina accusata di aver plagiato la tesi e altri casi famosi
Non può essere sfuggito a molti il caso della neoministra dell’istruzione Lucia Azzolina, accusata di plagio per aver copiato l’elaborato finale per l’abilitazione professionale all’insegnamento.
Questo caso non è isolato, ma ci era cascata nel 2017 Marianna Maida, l’ex ministra della Pubblica amministrazione. Finita sotto attacco per plagio, fu poi scagionata.
Anche personaggi dello spettacolo sono stati citati in giudizio per plagio, ma mai condannati, proprio come il grande regista Quentin Tarantino.
In altri Paesi, invece, questi episodi sono stati risolti in maniera più drastica. Per esempio, in Germania, un titolare del dicastero dell’istruzione, Annette Schavan, nel 2013 si era dovuta dimettere dopo essere stata accusata di aver copiato la tesi di dottorato.
Plagiare è un reato: la legge n.633/1941
Ad oggi risulta che quasi la metà delle tesi contiene più del 15% di parole copiate da Internet. Solamente il 20%, invece, contiene meno del 5% di parole prese dalla rete.
Inoltre, questo fenomeno non è di facile comprensione e, purtroppo, la maggior parte delle persone si comporta in questo modo perché non capisce quali sono i “limiti”.
Il problema del plagio non è recente, ma era già diffuso nel settore dei libri e della musica. Con l’arrivo di internet questo fenomeno sta dilagando a vista d’occhio.
Senza entrare in disquisizioni troppo “legali”, chi plagia o copia viola i diritti regolati dalle legge sul diritto d’autore: non è consentito il copia e incolla dei contenuti creati da un autore. Plagiare è diventato un reato in virtù della legge n. 633/1941.
Pertanto, secondo questa legge, il plagio è un reato punibile a livello civile, penale e amministrativo.
Il supporto della tecnologia al plagio
Plagiare le tesi è molto frequente sia tra personaggi noti sia tra tutti gli studenti alle prese con le Tesi. Almeno il 70 % delle tesi degli studenti di Medicina contiene una buona dose di testo copiato; poi ci sono quelli di Economia (per il 65%), di Agraria (53 %), di Giurisprudenza (50 %) e via a scendere. Per maggiori info leggere l’articolo.
Plagiare è un reato e per questo motivo alcune Università da anni hanno preso provvedimenti in merito. Infatti, utilizzano particolari software proprio per calcolare in che percentuale una tesi è stata copiata.
Viene caricato il file nel software antiplagio che analizza il teso confrontandolo con altri documenti disponibili su internet. L’analisi che affiora è quantitativa.
Infatti, il software, restituisce la percentuale di testo copiata da altre fonti e conta le parole identiche o simili. Se supera la percentuale del 15 % scatta il “campanello d’allarme” perché si tratta verosimilmente di un lavoro plagiato.
Quindi gli studenti devono stare molto attenti per non vedersi invalidare la propria tesi.
Come evitare il plagio?
Ci sono alcune regole di base per evitare le conseguenze negative di incorrere nel reato di plagio.
- Se si utilizza un testo bisogna riportare il nome e cognome dell’autore e l’anno del documento
- Stessa cosa per quanto rigurda citazioni indirette, parafrasate o sintetizzate
- Citare sempre le fonti
- La bibligrafia deve essere completa e vanno elencate tutte le opere citate nel testo (questo vale anche per la sitografia)
L’importanza di tutelare le proprie tesi
Abbiamo parlato del fatto che plagiare è un reato e di come scrivere una tesi senza essere accusati di plagio. È importante però ricorrere ad accorgimenti che riguardano la tutela del proprio diritto d’autore su testi, documenti e tesi. Se infatti uno studente dovesse copiare gran parte dei testi di qualcun altro per realizzare la propria tesi, il legittimo proprietario dovrà dimostrarne l’anteriorità della creazione.
Uno strumento utile a questo scopo è Tutelio: con questa piattaforma in soli tre passaggi è possibile tutelare i tuoi testi in modo gratuito.