Father and Son, il primo videogioco al mondo prodotto da un museo archeologico, è oggi un marchio registrato per i 28 paesi dell’Unione Europea.

Un’avventura grafica, una storia a bivi tutta da giocare, alla scoperta del Museo archeologico nazionale di Napoli. A poco più di un anno dal suo rilascio, sono oltre 3 milioni i download su dispositivi iOS ed Android.  Il videogame, disponibile in più lingue (tra cui anche il cinese, il russo e il portoghese) racconta le vicissitudini di Michael, un giovane che vola a Napoli per risolvere il mistero di una lettera lasciatagli da suo padre, archeologo al Mann. La grafica, tutta a scorrimento orizzontale, è stata disegnata a mano dall’artista Sean Wenham (Ubisoft, Sony), che ha ricostruito circa tre chilometri di strade partenopee sulla base di centinaia di foto scattate a vie e palazzo storici. Vale anche per le sale dell’ex Palazzo egli Studi, dove, tra i personaggi con cui interagire, appare lo stesso Giulierini. La dinamica della trama, sviluppata dal game designer Fabio Viola (già Electronic Arts e Vivendi Games) porta il giocatore a calarsi in più epoche storiche, tra il presente, il 79 dopo Cristo (anno dell’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei ed Ercolano) ed il regno borbonico.

“Abbiamo scelto di partire dalla tutela del marchio di Father and Son perché consideriamo il rilascio del videogioco il punto di partenza di una strategia di sviluppo crossmediale più ampia – spiega Fabio Viola, game designer e presidente di Tuo Museo – non escludiamo infatti che Father and Son possa svilupparsi licenziando marchio e character a terzi per la realizzazione di opere derivate, libri, film, tv series e merchandising. Il Museo Archeologico di Napoli, publisher del gioco, si appresta difatto a diventare uno dei primi Musei a valorizzare gli asset di proprietà intellettuale per farne un importante elemento di sostenibilità economica”

La tutela dei videogiochi tocca diverse aree dei principi giuridici che mirano a tutelare i frutti dell’inventiva e dell’ingegno umano: dal copyright (con personaggi, grafiche, storyboard, musiche), ai marchi e disegni, nonché, in alcuni casi, anche brevetti e segreti industriali. Ogni caso è unico e merita una particolare attenzione.

“Seguire il caso Father and Son è per noi molto stimolante – dice Angelisa Castronovo, Tutelio IP Partner – sempre più organizzazioni no-profit puntano alla tutela e valorizzazione del proprio patrimonio immateriale, senza dubbio una delle leve più importanti per ogni progetto culturale. Per il videogioco abbiamo seguito il deposito del marchio in ambito comunitario superando con successo le opposizioni. Siamo certi delle potenzialità di brand extension di questa entusiasmante storia”

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